Valori e linee educative

ORATORIO SANT’ANDREA CORSINI

Questo documento contiene ciò che la comunità del nostro Oratorio vuole perseguire, i principi e i valori in cui crede e si riconosce e la metodologia e lo stile che intende adottare.

I valori e le linee educative qui esposte consentono di:

-Pianificare scelte responsabili

-Effettuare una verifica costante del cammino fatto

-Assicurare una continuità nonostante il naturale avvicendamento delle persone

-Abilitare tutti gli operatori, i volontari e tutta la comunità educativa a precisare il proprio ruolo.

-Redigere progetti annuali verificabili per l’attuazione delle finalità qui descritte.

NATURA E FINALITA’ DELL’ORATORIO

L’Oratorio nasce dalla comunità parrocchiale come strumento e metodo per la formazione umana e cristiana di ogni persona, con un’attenzione particolare alle giovani generazioni.

Tutta la comunità parrocchiale è chiamata a maturare la coscienza della propria responsabilità educativa-missionaria animata dai sacerdoti e dai collaboratori riuniti nei vari organismi.

L’Oratorio è comunità che educa all’integrazione tra fede e vita, coinvolgendo responsabilmente numerose figure: sacerdoti, operatori pastorali, animatori, educatori, catechisti, genitori, collaboratori. L’identità dell’oratorio è data, di fatto, dalle persone che vi operano e da quelle che lo frequentano, dai rapporti educativi e dallo stile del comportamento che esse esprimono.

L’Oratorio è luogo privilegiato dell’accoglienza di tutti quelli che, ancora in età evolutiva, e non solo, trovano in esso un ambiente di socializzazione, d’esperienza di valori, di possibilità di crescita e maturazione personale ispirata al messaggio evangelico. In quanto espressione di una comunità cristiana consapevole della propria vocazione missionaria, l’oratorio riconosce la possibilità di un’appartenenza diversificata: esso non ha preclusioni nei confronti di nessuno e non pone come condizione l’essere credenti o comunque disponibili ad una proposta di fede.

L’Oratorio promuove iniziative educative che possano arricchire l’umanità di ognuno senza dimenticare la dimensione religiosa che deve sottintendere ad ogni progetto. Si prefigge, attraverso le proposte educative, di perseguire l’aggregazione delle persone e il senso di appartenenza alla comunità ecclesiale. Le attività che l'Oratorio propone, per un'educazione globale della persona, vanno da quelle specificamente formative a quelle ludiche, sportive o di altro genere. In tal modo, l'Oratorio non trascura nulla di ciò che può aiutare la persona a raggiungere in pienezza la maturità umana e cristiana. L’Oratorio, luogo di proposta e dialogo, vuole essere contemporaneamente anche luogo di risposta ai bisogni di crescita dei giovani, soprattutto dei più poveri e disagiati, di coloro che si trovano in difficoltà  anche in relazione ai fenomeni della immigrazione e delle difficoltà di integrazione.

VALORI

I valori rappresentano i punti fermi attorno ai quali la Comunità Oratoriana si riconosce.                

Necessariamente presenti in tutta l’azione educativa, dal suo inizio fine al suo compimento, conosciuti e condivisi da tutti gli operatori, i valori di riferimento rappresentano un’indicazione normativa che definisce il modo e la direzione del procedere.

LA TESTIMONIANZA, IL VANGELO. La fonte sorgiva da cui sgorga e si sviluppa l’esperienza dell’Oratorio è senza dubbio il Vangelo. La Comunità Educativa ha in Gesù il proprio costante riferimento, il proprio Maestro e Signore. Il messaggio del Vangelo è il motore di ogni sua azione, il principio ispiratore dello stile e della qualità di ogni presenza che costituisce l’ambiente vitale dell’Oratorio. E’ essenziale che tutta la Comunità Educativa nel suo complesso sappia custodire il desiderio di indicare, presentare e consegnare la persona di Gesù alle nuove generazioni.

LA CENTRALITA’ DELLA PERSONA.  Il servizio in Oratorio si qualifica per la centralità data alla persona. Riteniamo che ogni proposta debba tenere conto delle caratteristiche delle nuove generazioni, del loro livello di crescita, delle loro aspirazioni, dei bisogni e delle speranze. E’ importante educare ed educarsi ad accogliere ogni singolo a partire dal punto dove si trova e soprattutto aiutarlo ad esprimere le sue potenzialità, sottolineare il positivo che è in lui, sostenerne e accoglierne le fragilità, fino a spingerlo a scoprire, valorizzare ed esprimere tutti i propri talenti.

ACCOGLIENZA RESPONSABILE. L’essere presente è il motto della Comunità Educativa che si fa accogliente, sta sulla porta, sa stare negli spazi informali per conoscere i codici della realtà giovanile e per entrarvi in relazione.  L’accoglienza è il primo passo della sensibilità educativa e missionaria verso la realtà giovanile, soprattutto quella più svantaggiata, più povera e abbandonata. Ma accoglienza non significa qualunquismo, permissivismo, apertura indifferenziata e acritica sganciata da qualsiasi pretesa di confini e di segnali orientativi. Le giovani generazioni hanno, infatti, bisogno di contesti protetti dove sperimentare le scelte del proprio cammino di maturazione umana e cristiana.

CRESCITA DEL PENSIERO CRITICO.  L’Oratorio è primariamente un luogo educativo, ed è per questo essenziale formare nei giovani un senso critico che li abiliti a valutare con intelligenza le proprie scelte di vita, a prendere le dovute distanze nei confronti di elementi discutibili della cultura corrente, a controllare e discernere con sapienza i propri comportamenti. Come San Giovanni Bosco ci insegna, l’Oratorio è palestra di formazione di “buoni cristiani e onesti cittadini”. La qualità delle presenze nel servizio pastorale in Oratorio sia segno e risorsa per un confronto che aiuti il giovane a formulare le proprie scelte.

CORRESPONSABILITA’ DELLA COMUNITA’ EDUCATIVA. La comunità educativa  composta da una serie di attori privilegiati: sacerdoti, operatori pastorali, animatori, educatori, catechisti, genitori, giovani più impegnati, rappresenta lo strumento educativo-pastorale per eccellenza dell'oratorio: il suo compito principale, oltre l'impegno di maturare nella mentalità del servizio, è vivere l’oratorio con senso di comunità in modo visibile e continuativo, nonché sondare le esigenze giovanili, accompagnare le scelte operative dell'oratorio, perché rispondano alle diversificate domande dei giovani, offrire suggerimenti educativi e verificarne l'efficacia. Questo ha lo scopo di coinvolgere collaborazioni, creare consenso sulle idealità educative, allargare corresponsabilità, permeare l’ambiente oratoriano di sensibilità educativa per rinforzare il senso di appartenenza all'oratorio. Per questo tutti gli attori in campo sono chiamatati a fare rete in spirito conviviale, questo il senso della corresponsabilità, che va vissuta anche verso l’esterno con la Chiesa locale, le altre agenzie educative, le istituzioni.

OBIETTIVI

Sulla base dei valori di riferimento dell’oratorio, della sua natura e finalità, l’obbiettivo generale di tutto il “progetto oratorio” è la valorizzazione, attraverso il rapporto educativo, di ogni singolo ragazzo/a accolto, affinché, sostenuto nella ricerca del senso della propria esistenza, possa vivere una vita pienamente umana che affondi le sue radici nel Vangelo, secondo la propria vocazione.

Questo obbiettivo generale può essere articolato secondo obiettivi secondari specifici:

_ Aggregarsi e vivere il rapporto con gli altri come esperienza necessaria per la crescita di ciascuno. Si riconosce lo stare insieme come servizio a tutti e la socializzazione una delle componenti fondamentali dell'educazione,

_ Amare la vita a partire da quella quotidiana con tutte le sue manifestazioni: amicizia, gioco, sport, solidarietà, cultura, impegno, svago, lavoro. Assume importanza l'esperienza quotidiana, come prima area di condivisione e di ricerca, di risposta ai bisogni e di crescita umana, di collocazione del senso dell'esistere.

_ Farsi domande, interrogarsi sul senso della vita e incontrarsi con Cristo, Signore della Vita. Diventa un impegno leggere con intelligenza, sotto ogni semplice domanda, la ricerca di ulteriori traguardi di umanità e religiosità; provocare lo spostamento dell'interesse verso esperienze sempre più capaci di far incontrare la Verità per la propria vita; abilitare a leggere la vita nella luce della fede, a incontrare Gesù Cristo e a celebrarlo nella comunità cristiana.

_ Mettersi a disposizione degli altri, orientando la vita alla massima apertura verso le istanze degli uomini. E' favorire la crescita nel servizio a partire da esperienze calibrate fino a sviluppare un'autentica maturità cristiana anche nel campo dell’animazione.

_ Rendere viva la comunità cristiana e civile. Il giovane non vive per se stesso, ma si prepara a uno sbocco operativo nella comunità civile.

Esistono poi degli obiettivi ancora più specifici che sono legati alla nostra realtà oratoriana.

LE TRE TAPPE

Le seguenti tre tappe si susseguono e si integrano tra loro nel tempo:

1) L'accoglienza

2) La ricerca di senso

3) L'orientamento vocazionale

L’ACCOGLIENZA

Attraverso un’accoglienza responsabile e la cura di un ambiente familiare in cui assume importanza la funzionalità e il decoro degli spazi, si favorisce tramite il lavoro dell’operatore pastorale e della rete dei volontari, oltre che di tutta la comunità educativa, lo sviluppo di un clima positivo basato su relazioni personali di qualità. In questa fase è prevalente e fondamentale la capacità di ascolto dei bisogni e delle attese, una attenzione personalizzata al singolo, la capacità di stimolare domande e curiosità, favorire il protagonismo ed il senso di appartenenza, l’essere riferimento autorevole. E’ importante che gli spazi dell’accoglienza siano frequentati anche da chi, giovani ed adulti, partecipa ad attività più strutturate della parrocchia e per questo un contributo importante può venire dalle famiglie anche solo con la frequenza e la presenza nel tempo libero. Una attenzione particolare e responsabile deve essere data al lavoro di integrazione con i gruppi di giovani stranieri immigrati. Esiste poi una accoglienza più strutturata che implica un minimo di partecipazione attiva alla vita dell’oratorio e una minima scelta di appartenenza e che si concretizza nella partecipazione ad attività sportive, musicali, teatrali e di tempo libero.

STRUMENTI DELL’ACCOGLIENZA

Lo stile educativo: è chiaro che lo stile e il clima è dato dai comportamenti di chi gestisce l’oratorio. In particolare si tratta di dare una precisa identità all’oratorio. Non un mero contenitore di attività ludiche, culturali o sportive, ma attraverso queste avere una tensione educativa secondo i principi ed i valori di riferimento. Per realizzare questo, dando una identità definita all’oratorio, è necessario che questa tensione educativa sia condivisa da tutti gli attori dell’oratorio che attraverso un lavoro di squadra si sentono corresponsabili dell’andamento dell’oratorio. Lo stile educativo non si trasmette solo attraverso le parole, ma soprattutto attraverso i comportamenti e le relazioni e il decoro e la cura degli spazi e degli ambienti. In questo senso anche l’ambiente del bar per come è strutturato ha una funzione educativa. In particolare le scelte sulla vendita o meno di alcolici, di proporre giochi elettronici che non prevedono vincite di denaro, la scelta degli orari di chiusura hanno il fine di dare messaggi chiari rispetto allo stile di vita. Lo stile educativo si realizza nell’attenzione ed ascolto di ogni singolo individuo. I sacerdoti, i direttori, lo staff, l’animatore pastorale, i volontari dovrebbero conoscere per nome ogni frequentatore dell’oratorio

Le regole dell’ambiente e il patto educativo: In un sistema come l’oratorio dove una grande rilevanza è data alle relazioni informali dell’accoglienza che si realizzano negli spazi aperti, al bar, in sala giochi, nei campetti durante il gioco libero, è di fondamentale importanza avere la massima condivisione di alcune regole minime di convivenza basate sul rispetto delle persone e degli ambienti. Va esercitata, quando necessaria una fraterna correzione, attraverso un atteggiamento garbato ma fermo perché  le regole minime dell’ambiente possano assumere una funzione educativa e contribuire a delineare l’identità dell’oratorio è necessario collegarle ad un “patto educativo”. Il patto educativo farà riferimento ai valori e agli obbiettivi generali dell’oratorio.  Regole e patto educativo vanno diffusi e fatti conoscere ad ogni giovane che arriva in Oratorio e alle famiglie. Ciò può essere realizzato attraverso la consegna di una breve presentazione scritta dell’offerta formativa e dell’identità dell’oratorio, attraverso la sottoscrizione di una tessera, ma soprattutto attraverso un percorso di dialogo con ogni nuovo arrivato e il coinvolgimento della famiglia. Chiaramente la tessera è un punto di partenza e non il vero patto; rappresenta l’apertura di un dialogo che porterà dopo un certo tempo a mettere una firma sotto il patto.

Il bar dell’oratorio:  Pur essendo da sempre un bar a tutti gli effetti e per questo, richiamo interessante per tanti giovani e non di tutta la zona, si tratta sempre di una struttura che è al servizio dell’oratorio. Per questo motivo particolare attenzione verrà posta nella predisposizione degli orari di apertura e soprattutto di chiusura serale, nella presenza o meno di alcolici, nella tipologia dei giochi, specialmente elettronici da proporre. I volontari del bar saranno, secondo le loro capacità e caratteristiche, coinvolti nel percorso progettuale dell’oratorio, affidando anche a loro un compito educativo e di riferimento all’interno degli spazi che loro competono.

LA RICERCA DI SENSO

La comunità educativa è impegnata a predisporre le condizioni affinché l’oratorio sia luogo di ricerca di senso per la vita dei ragazzi attraverso le esperienze aggregative e di gruppo in cui si vive e sperimenta il messaggio evangelico e la fede in Gesù. Attraverso molteplici proposte ed esperienze di riflessione e confronto, di servizio agli altri, ma anche di tempo libero trascorso in amicizia, si avvia un processo che aiuta il giovane a verbalizzare domande e trovare risposte al suo bisogno di senso e significato, che gli consenta di vivere una vita pienamente umana. E’ questa la tappa che definisce l’identità dell’oratorio in quanto è l’azione privilegiata di tutto lo sforzo educativo per la crescita e maturazione in senso cristiano dei giovani che partecipano alla vita dell’oratorio. A supporto di questo impegno è importante una attenzione agli aspetti vocazionali, una conoscenza del contesto culturale attuale in un dialogo costante con il territorio e la realtà sociale. Strumenti privilegiati diventano: i gruppi giovanili, una rete di famiglie sensibili, un progetto culturale definito.

STRUMENTI DELLA RICERCA DI SENSO

I gruppi: L’esperienza del gruppo è lo strumento per eccellenza perché un giovane possa iniziare un percorso di crescita personale umana e cristiana. Nonostante si parli di crisi della pastorale giovanile, sicuramente legata ad una difficoltà più generale della cultura attuale, è necessario riqualificare il gruppo, percorrere questa strada in salita, cercare di trasformare il gruppo, l'aggregazione, in “comunità” in luogo significativo con una identità precisa. E' quindi necessario che ogni gruppo si doti di un progetto e di obiettivi propri che lo connotano e lo definiscono.  Per non lasciarsi trascinare, in un epoca di appartenenze fluide e deresponsabilizzanti, in un limbo indefinito dove non si capisce bene perché e per che cosa stiamo insieme, senza abbassare la forza della proposta cristiana per paura di perdere qualcuno. Questa sfida è strettamente legata alla motivazione, competenza, impegno, passione degli animatori, i quali non solo vanno formati, ma anche costantemente seguiti e curati, da adulti e animatori più esperti. Per la vita del gruppo è importante che i ragazzi e l'animatore non si sentano soli, ma parte di una comunità più grande, non ospiti dell'oratorio, ma parte di questo e della comunità ecclesiale in generale.

La rete delle famiglie: Come per la fase dell'accoglienza ci sono famiglie che pongono particolare attenzione al clima relazionale, allo stesso modo altre famiglie daranno la disponibilità a sostenere la vita dei gruppi giovanili, non tanto guidandoli, ma affiancando e sostenendo lo sforzo dei giovani animatori con la loro attenzione ed affetto, informandosi sull'andamento dei gruppi, invitando a cena gli animatori, offrendo una opportunità di confronto sulle difficoltà che emergono

Il progetto culturale: Il progetto culturale è lo strumento per rileggere il contesto della società in cui si vive alla luce del messaggio evangelico. Per un giovane che è alla ricerca di un senso per la propria vita è fondamentale che la fede non sia vissuta come un'esperienza intima, privata, al massimo da condividere con pochi altri, ma qualcosa che coinvolge la vita totalmente, nella relazione con gli altri, nella vita sociale, nella storia, nella cultura e nella politica. Senza questa dimensione culturale l'oratorio sarebbe privo di un elemento fondamentale del suo compito educativo finalizzato alla ricerca del bene, del vero, del bello e teso a superare quell'atteggiamento relativistico che porta a considerare la verità come qualcosa di esclusivamente soggettivo. Mettere in relazione la cultura con la vita e la fede significa stimolare la riflessione, favorire lo sviluppo di un pensiero critico, aprire il confronto con il mondo degli adulti diventando interlocutori responsabili e credibili. Sarà cura della comunità educativa proporre e promuovere questo lavoro con gli adolescenti secondo un progetto definito e condiviso.

L’ORIENTAMENTO VOCAZIONALE:

Dopo la fase della ricerca di senso è venuto il momento della partenza e dell’avventura della vita per chi si appresta a concludere le scuole superiori e intraprendere gli studi universitari, o per chi si appresta ad entrare nel mondo del lavoro. Perciò l’obiettivo di questa tappa è creare occasioni di discernimento al fine di “favorire la definizione di una risposta personale alla ricerca vocazionale, fino a scegliere di vivere una vita che sa prendersi cura degli altri, con azioni responsabili e mature”. Attraverso la partecipazione civile e alla vita ecclesiale diocesana, attraverso esperienze di missionarietà e volontariato e di impegno per la pace, si allargheranno gli orizzonti lavorando in rete sul territorio (istituzioni, associazionismo, altre agenzie educative, altre parrocchie) fornendo al contempo opportunità per definire progetti di vita e vocazionali, percorsi di futuro professionale. Si tratta di favorire un pensiero in termini di prospettiva futura e di progetto che richiede impegno e fedeltà, costanza e passione, in una cultura attuale che ci nutre di profonda incertezza professionale, di legami affettivi instabili, che ci rinchiude nell’oggi e in un sopravvivere giorno per giorno. La proposta deve essere la più ampia possibile; ai giovani che hanno fatto l’esperienza dei gruppi, ma anche a coloro che vengono in oratorio solo per passare qualche ora di svago e a tutti i giovani del territorio più in generale. Più che mai in questa tappa è importante instaurare rapporti di conoscenza personale che possano naturalmente sfociare anche in esperienze di accompagnamento spirituale da parte dei sacerdoti

STRUMENTI DELL’ORIENTAMENTO VOCAZIONALE

Strutturazione di uno spazio dedicato: Sarebbe opportuno poter disporre di uno spazio appositamente dedicato a questa fascia di età; uno spazio dove potersi incontrare dialogare confrontare, ma anche uno spazio dove poter disporre di tutta una serie di informazioni utili all’orientamento per le scelte della vita: sui percorsi di studio, sull’ingresso nel mondo del lavoro, ma anche sulla possibilità che offre il territorio di inserirsi in attività di volontariato, riguardo ad occasioni di turismo socialmente responsabile o proposte di missionarietà, su iniziative culturali a tutti i livelli. A questo scopo, oltre che una bacheca curata ed aggiornata da un responsabile, potrebbe essere utile un punto internet con la presenza di un educatore o animatore. Chi si occupa di questa parte del lavoro dovrebbe essere capace di mettersi in rete con altre agenzie del territorio

Proporre percorsi di volontariato e di impegno per gli altri: Sia all’interno dello spazio dedicato alla fascia dei giovani maggiorenni, che all’interno dei gruppi giovanili più strutturati che si avviano ad entrare in questa tappa è opportuno porre particolare attenzione a proposta di impegno per gli altri in qualsiasi ambito della vita sociale: culturale ricreativo, socio assistenziale, nel campo dell’ecologia, in ambito più propriamente politico. Si tratta di esperienze importanti per una persona che sta crescendo, strumenti che aiutano a definire scelte di vita e magari l’orientamento dei propri studi. Ancora è fondamentale che l’oratorio possa essere inserito in un sistema di relazioni con associazioni, istituzioni, movimenti ecclesiastici e non che offrono progetti significativi

Queste tre tappe possono essere pensate in senso temporale per ogni persona che frequenta l’oratorio, come un cammino che prevede un passaggio da una tappa all’altra, ma anche in senso spaziale, come luoghi di diverse esperienze formative, una mappa che ci mostra come è strutturato il nostro oratorio. Per capire meglio utilizziamo l’immagine dei “cerchi concentrici”: nella circonferenza più esterna si collocano le attività dell’accoglienza più fruibili (bar, cortile, sala giochi, gioco libero nei campetti, sala prove, gradini della chiesa, disponibilità degli ambienti per feste, festa di maggio ecc.), nel cerchio intermedio si trovano le attività organizzate che richiedono un minimo di scelta di appartenenza (coro, teatro, gruppi musicali, oratorio estivo, squadre sportive, ecc..), nel cerchio più interno si collocano le attività esplicitamente formative che richiedono una scelta chiara ed un impegno (catechesi, gruppi giovani e famiglie, gruppi di preghiera, AC, attività missionarie, ecc..); al centro si trova la comunità educativa nel suo insieme (sacerdoti, gruppo di coordinamento, consiglio dell’oratorio, animatori, capi gruppo, catechisti, volontari).

LA PRESENZA DEGLI ANZIANI: La storia dell’Oratorio Sant’Andrea Corsini è tale che un posto particolare  e un’attenzione  specifica è riservata alla fascia degli anziani. Infatti, l’oratorio è nato grazie alla presenza precedente di un circolo fondato da un gruppo di anziani che quotidianamente si trovavano per passare alcune ore del pomeriggio in amicizia e svago. Con la nascita dell’oratorio si è voluto mantenere questo spazio, scommettendo anche sulla compresenza e possibilità di dialogo fra generazioni

ORGANIZZAZIONE E RUOLI

La comunità educativa: è composta da tutte quelle persone (animatori, capigruppo, catechisti, operatore pastorale, sacerdoti, direttori, giovani volontari, famiglie, baristi) che in modo diretto o indiretto hanno a che fare con gli adulti, i giovani e i ragazzi che frequentano l’oratorio svolgendo un ruolo educativo secondo il progetto dell’Oratorio. Tutti coloro che collaborano con l’oratorio maturano una sensibilità educativa fatta di ascolto, interesse, vicinanza, coerenza, testimonianza della propria fede, conquistandosi così quella autorevolezza adulta che gli possa consentire di essere esempio e punto di riferimento. La comunità educativa non è una struttura formale, ma in quanto “comunità”, insieme di persone che in complicità condividono un ruolo, prendendosi cura dei ragazzi e del loro bene.

I direttori: I direttori, nominati dal parroco, svolgono un ruolo di riferimento, rappresentanza e sintesi, indispensabile in ogni organizzazione. Questa responsabilità è condivisa e supportata in un clima sereno e di fiducia reciproca con il direttivo (gruppo di coordinamento), secondo il principio per il quale la gestione dell’oratorio è frutto di un lavoro di squadra e di responsabilità esercitate a diversi livelli, favorendo la più ampia partecipazione di volontari e famiglie, facilitando la comunicazione tra tutte le parti del sistema, decentrando con discernimento, responsabilità e impegni a persone capaci secondo ruoli chiari e riconosciuti. In particolare i direttori coordinano il lavoro del direttivo (gruppo di coordinamento), presiedono la regia educativa stimolando e pianificando la valutazione del raggiungimento degli obbiettivi educativi, condividono alcuni momenti della vita quotidiana dell’oratorio intessendo relazioni personali significative, intervengono nel caso di situazioni di tensione dovute a comportamenti gravemente scorretti.

Il direttivo (gruppo di coordinamento): è composto dai sacerdoti, dai direttori e da altre persone rappresentative e competenti nominate dal parroco. Il compito del direttivo (gruppo di coordinamento) è quello di coordinare, sviluppare e valutare il percorso progettuale dell’oratorio, in particolare favorendo la crescita e l’attività della Comunità Educativa, ascoltare la voce dei gruppi formali e informali in sintonia con il Consiglio dell’Oratorio, lavorare in costante raccordo con lo staff, decidere quale atteggiamento tenere nei confronti dei ragazzi più problematici avendo come principi di riferimento da un lato il valore educativo e non punitivo, dall’altro la tutela del clima interno dell’oratorio. Il direttivo si riunisce periodicamente circa ogni quindici giorni.

Lo staff: è un gruppo funzionale alla gestione quotidiana degli spazi e delle relazioni nell’oratorio. Di questo gruppo fanno parte gli operatori pastorali ed il sacerdote. Lo staff permette di programmare monitorare e verificare l’andamento complessivo del nostro oratorio, scambiandosi informazioni in tempo pressoché reale. I direttori e gli altri membri del direttivo (gruppo di coordinamento) sono in stretto contatto con lo staff.

Il consiglio dell’oratorio: è un organismo di partecipazione dell'oratorio che consente a tutti di sentirsi coinvolti nella conduzione responsabile dell'ambiente educativo. Per questo prevede la libera partecipazione di persone che appartengono a gruppi formali e informali che a qualsiasi livello partecipano alla vita dell'oratorio, ma anche singoli che si sentono di dare un contributo di partecipazione. Del consiglio dell'oratorio naturalmente fa parte il direttivo (gruppo di coordinamento). E' importante che chi vi partecipa non si senta il rappresentante di una parte, di un gruppo, in un'ottica di lobby, ma rappresentante di tutto l'oratorio. La finalità non è quella di organizzare attività, ma riflettere e confrontarsi sui passi dei percorsi progettuali, condividere la propria esperienza e il proprio vissuto, evidenziare le criticità proponendo soluzioni costruttive secondo le linee del percorso progettuale, proporre iniziative di ampio respiro, evidenziare bisogni in un costante e costruttivo dialogo con chi gestisce l'oratorio. Il consiglio dell'oratorio si riunisce periodicamente almeno una volta ogni tre mesi.

L’operatore pastorale: è una figura fondamentale per la gestione dell'oratorio, per il suo ruolo educativo e di mediazione tra i giovani che usufruiscono dell'oratorio e il direttivo. Per le sue capacità personali e/o professionali svolge un compito educativo nei confronti di ogni giovane frequentatore e di promozione e animazione di attività e iniziative ludiche, ricreative, culturali, di aggregazione favorendo l'integrazione e la conoscenza reciproca in un clima sereno di amicizia. Un'attenzione particolare deve porre a quelle situazioni di difficoltà relazionale e di marginalità che possono essere causate da un disagio personale, a volte legate alla condizione di difficile integrazione dei giovani stranieri immigrati. In questo senso deve saper gestire eventuali momenti di tensione con equilibrio e autorevolezza che gli deriva dal ruolo. Opera con l'obbiettivo di avvicinare i giovani nella fase dell'accoglienza e successivamente creare occasioni di conoscenza delle esperienze di gruppo più strutturate cercando di innescare per ognuno un percorso di crescita e maturazione secondo il percorso progettuale dell'oratorio. Per tutto quanto sopra riportato l'operatore pastorale deve avere delle caratteristiche personali ed eventualmente professionali adeguate al compito e in considerazione anche dell'impegno temporale verranno trovate adeguate forme di compenso economico.

La rete dei volontari e delle famiglie: nell'ottica della più ampia partecipazione e condivisione alla vita dell'oratorio e del percorso progettuale si promuove l'impegno dei volontari e la presenza qualificante delle famiglie, che coadiuvano il lavoro dell'operatore pastorale nella fase dell'accoglienza. Il contributo dato dai volontari non va confuso con quello dell'operatore pastorale. Essi lo coadiuvano, avendo condiviso il senso e gli obbiettivi della fase dell'accoglienza, nel momento in cui si pongono come persone coerenti nel comportamento favorendo il clima di amicizia nei momenti di gioco e svago, richiamando l'attenzione con estrema delicatezza, equilibrio e responsabilità qualora si venga meno alle regole di convivenza. Alcune famiglie sensibili e disponibili possono essere coinvolte anche come sostegno all'attività dei gruppi giovanili, affiancando e sostenendo con la loro attenzione il lavoro degli animatori e capigruppo come ipotizzato nel capitolo dedicato agli strumenti della ricerca di senso.